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venerdì 1 aprile 2011

Ho sognato troppo l'altra notte. Mauro Ermanno Giovanardi

Quella di Mauro Ermanno Giovanardi è una storia che inizia dalla sua voce. Una voce profonda, calda, baritonale, specchio di passione e intraprendenza, di palpitazioni e dubbi esistenziali. Ti si attaccava addosso e non andava più via. Fu così fin dai tempi della sua prima band, i Carnival of Fools, alla fine degli anni ’80. Lo chiamavano Joe, a quei tempi. “Hai sentito che voce che ha, Joe?”.
Poi vennero i La Crus con loro le canzoni. Sorrette dall’amore per i grandi (da Ciampi a Fossati, da Tenco a Battiato), ma da subito in grado di stare in piedi da sole grazie a un suono che condensava al meglio il pulsare del tempo, folk e lievemente noir, elettronico e minimale. Vennero cinque album, con i La Crus (Cesare Malfatti e Alex Cremonesi), a cavallo tra gli anni ’90 e i cosiddetti “anni zero”, senza dimenticare quel “Crocevia” interamente dedicato a riletture di brani altrui che riportò in classifica “Pensiero stupendo” grazie anche ad un inedito video trio (Joe, Manuel Agnelli degli Afterhours e la divina Patty in persona).
Infine arrivò il suo nome, Mauro Ermanno Giovanardi. E la voglia di ripartire da sé, dai propri sogni e dai propri nuovi e legittimi desideri. Senza lasciarsi alle spalle né la voce né le canzoni, ma soltanto portandole altrove.

HO SOGNATO TROPPO L’ALTRA NOTTE? è un disco la cui splendida semplicità viene da lontano. E’ un album che porta con sé i grandi amori musicali del suo protagonista, e al tempo stesso li mescola e li stempera nel suo viaggio ventennale lungo il crinale della canzone d’autore.
L’idea è semplice: tornare a fare musica in grado di far battere il cuore e il piede, di regalare emozioni e voglia di muoversi, arrangiamenti lussureggianti e cinematografici, di riportare su disco le atmosfere e le idee musicali che hanno fatto grandi Mina e Morricone, programmi tv come “Studio uno” e “Sabato sera”, Sonny & Cher e i Beatles di “Sgt. Pepper’s”. Tornare quindi al cuore degli anni ’60, a quei suoni e a quei mondi musicali creati in totale libertà e costruire su quelle suggestioni delle nuove canzoni, frutto di un lavoro letterario moderno e di un linguaggio attuale. Non canzoni “yè-yè”, quindi, e nemmeno un’operazione nostalgia, ma nuove canzoni d’autore riferite a un background glorioso e filtrato con modernità, quasi ricreando su disco il “sogno” musicale di quegli anni e facendolo atterrare e radicare nell’oggi.
“Io confesso”, il brano che apre l’album e che Mauro Ermanno Giovanardi presenta al Festival di Sanremo col marchio La Crus (ancora una volta insieme solo per questa occasione speciale), è in questo senso una perfetta sintesi estetica dell’album: un arrangiamento denso di riferimenti al Morricone orchestratore, una melodia classica e d’impatto, un testo moderno, audace, perfino spericolato in alcuni passaggi. Ma è tutto l’album a vivere di questa deriva interiore, esistenziale, con storie che si leggono come pagine di un libro e riflettono esperienze di vita, ora cariche di energia, ora più riflessive, mentre la musica non fa altro che sottolineare, con abbondanza di mezzi e colori, il diverso paesaggio sonoro.
Prodotto da uno dei sound designer nostrani più illuminati e rivoluzionari, Roberto Vernetti, e dal batterista/arrangiatore coinvolto nell’humus della nuova scena indie Leziero Rescigno, HO SOGNATO TROPPO L’ALTRA NOTTE? è composto da sette nuovi brani e due cover (“Bang bang” di Sonny & Cher – in doppia versione - e “Se perdo anche te”, adattamento in italiano di “Solitary man”, un brano di Neil Diamond portato al successo nel 1967 da Gianni Morandi), ed allinea un insieme di splendide canzoni, eseguite da musicisti straordinari e impreziosite dal featuring di ospiti illustri: Violante Placido duetta con Mauro nella splendida rilettura in italiano di “Bang bang”, mentre Cecilia “Syria” Cipressi interviene nella cinematica e rigogliosa “La malinconia dopo l’amore”, a conferma di una collaborazione che assomiglia ormai a un vero sodalizio artistico. Il soprano Barbara Vignudelli, invece, regala a “Io confesso” quel “sentimento westernato” che riconduce alla lezione di Ennio Morricone e ai suoi lussureggianti arrangiamenti sixties.
Tra gli altri episodi che compongono l’album almeno altre tre canzoni meritano una menzione particolare: la prima è “Desìo (Il rumore del mondo)”, una ballad degna dei migliori crooner presenti e passati. “Un garofano nero” è forse il momento più spinto, sul fronte evocativo, del disco (merito anche dell’intervento della poetessa Tiziana Cera Rosco), mentre il testo di “Neil Armstrong”, che porta la firma di Alex Cremonesi, vecchio compagno di viaggio nei La Crus, regala l’ennesimo capolavoro di immagini suggestive e rarefatte, con un pieno di senso che sembra sintetizzare al meglio il percorso e il significato di questo lavoro: “Può bastare un passo così piccolo / per lasciare un’orma sulle stelle…”
HO SOGNATO TROPPO L’ALTRA NOTTE? è proprio così: un piccolo passo per Mauro Ermanno Giovanardi, un grande passo per la musica d’autore italiana, che ritrova in questo lavoro una delle sue personalità più rappresentative e originali. Pronta a ripartire da sé.

da mauroermannogiovanardi.it

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